Riflessioni sulla Pasqua
Premessa dell'Autore
Premessa dell'Autore
Quando il mio amico Massimo Boccucci mi ha proposto, ai primi di aprile del 2020, di scrivere delle riflessioni sul tempo pasquale per il sito vivogubbio.com, ho buttato là qualche scusa per non impegnarmi e prendere un po' di tempo per riflettere se accettare o meno. Recalcitravo di fronte alla proposta, che pur mi lusingava, per alcuni motivi che voglio provare a spiegare perché sono, credo, una premessa fondamentale a ciò che il lettore troverà nelle pagine che seguono.
Quando il mio amico Massimo Boccucci mi ha proposto, ai primi di aprile del 2020, di scrivere delle riflessioni sul tempo pasquale per il sito vivogubbio.com, ho buttato là qualche scusa per non impegnarmi e prendere un po' di tempo per riflettere se accettare o meno. Recalcitravo di fronte alla proposta, che pur mi lusingava, per alcuni motivi che voglio provare a spiegare perché sono, credo, una premessa fondamentale a ciò che il lettore troverà nelle pagine che seguono.
Stavamo vivendo una Pasqua particolarissima, a causa del pericolo di contagio da coronavirus. Per la prima volta un governo vietava per legge (anche se sarebbe meglio dire per "circolari", non avendo nemmeno avuto la sensibilità di coinvolgere il Parlamento in questa decisione epocale) la partecipazione dei fedeli ai riti della Settimana Santa. Ci trovavamo nella curiosa circostanza per cui un cittadino poteva portare a spasso il cane o recarsi a comprare il cibo per il gatto, ma non poteva avere accesso ai sacramenti.
Stavamo vivendo una Pasqua particolarissima, a causa del pericolo di contagio da coronavirus. Per la prima volta un governo vietava per legge (anche se sarebbe meglio dire per "circolari", non avendo nemmeno avuto la sensibilità di coinvolgere il Parlamento in questa decisione epocale) la partecipazione dei fedeli ai riti della Settimana Santa. Ci trovavamo nella curiosa circostanza per cui un cittadino poteva portare a spasso il cane o recarsi a comprare il cibo per il gatto, ma non poteva avere accesso ai sacramenti.
In tutto questo, i pastori invece di provare a trovare delle soluzioni che tenessero conto delle giuste norme di sicurezza per evitare il contagio, ma anche del legittimo diritto dei fedeli a ricevere i sacramenti della salvezza, erano completamente asserviti alle norme emanate dal governo laicista che essi stessi avevano contribuito a far nascere - non è un mistero che l'episcopato italiano ha appoggiato e benedetto la nascita del governo PD-5stelle.
In tutto questo, i pastori invece di provare a trovare delle soluzioni che tenessero conto delle giuste norme di sicurezza per evitare il contagio, ma anche del legittimo diritto dei fedeli a ricevere i sacramenti della salvezza, erano completamente asserviti alle norme emanate dal governo laicista che essi stessi avevano contribuito a far nascere - non è un mistero che l'episcopato italiano ha appoggiato e benedetto la nascita del governo PD-5stelle.
Non solo, vescovi e sacerdoti, che per decenni pontificavano sulla necessità di "abbattere muri e non arroccarsi nella cittadella delle certezze dogmatiche", di "costruire ponti" per realizzare una "chiesa in uscita", che fantasticavano di una "chiesa come ospedale da campo", ora si trovavano inspiegabilmente asserragliati dentro le proprie case e a debita distanza da quel gregge di cui, stando almeno alle parole di Bergoglio, avrebbero dovuto "assumere l'odore".
Non solo, vescovi e sacerdoti, che per decenni pontificavano sulla necessità di "abbattere muri e non arroccarsi nella cittadella delle certezze dogmatiche", di "costruire ponti" per realizzare una "chiesa in uscita", che fantasticavano di una "chiesa come ospedale da campo", ora si trovavano inspiegabilmente asserragliati dentro le proprie case e a debita distanza da quel gregge di cui, stando almeno alle parole di Bergoglio, avrebbero dovuto "assumere l'odore".
Scrivere delle riflessioni sulla Pasqua in un momento di drammatica assenza e desistenza dei vertici ecclesiastici, per di più destinate ai lettori di una piccola cittadina come Gubbio (dove ci si conosce un po' tutti e dove le miserie umane di ogni persona, a cominciare ovviamente da chi scrive, non sono certo celate a nessuno), esponeva il mio lavoro ad alcuni rischi e fraintendimenti che ho sempre odiato ed evitato. Essendo laico, non volevo apparire come uno che vuol "rubare il mestiere ai preti" né tanto meno assumere un ruolo da "predicatore" che, non solo non si addice alla mia indole, ma contrasta nettamente con l'interesse che ha sempre mosso la mia ricerca in ambito teologico: la credibilità della fede e l'indagine razionale sui fondamenti del cattolicesimo.
Scrivere delle riflessioni sulla Pasqua in un momento di drammatica assenza e desistenza dei vertici ecclesiastici, per di più destinate ai lettori di una piccola cittadina come Gubbio (dove ci si conosce un po' tutti e dove le miserie umane di ogni persona, a cominciare ovviamente da chi scrive, non sono certo celate a nessuno), esponeva il mio lavoro ad alcuni rischi e fraintendimenti che ho sempre odiato ed evitato. Essendo laico, non volevo apparire come uno che vuol "rubare il mestiere ai preti" né tanto meno assumere un ruolo da "predicatore" che, non solo non si addice alla mia indole, ma contrasta nettamente con l'interesse che ha sempre mosso la mia ricerca in ambito teologico: la credibilità della fede e l'indagine razionale sui fondamenti del cattolicesimo.
Alla fine, l'amicizia che mi lega a chi mi faceva richiesta di queste riflessioni e l'affetto dimostratomi da molti lettori della rubrica "La Rocca" che tengo periodicamente sul giornale "15giorni" - molto letto e apprezzato in città - hanno avuto la meglio e mi sono lasciato convincere a stendere queste riflessioni sui giorni più importanti di quella che la Chiesa chiamava un tempo Hebdomada Major (Settimana Maggiore).
Alla fine, l'amicizia che mi lega a chi mi faceva richiesta di queste riflessioni e l'affetto dimostratomi da molti lettori della rubrica "La Rocca" che tengo periodicamente sul giornale "15giorni" - molto letto e apprezzato in città - hanno avuto la meglio e mi sono lasciato convincere a stendere queste riflessioni sui giorni più importanti di quella che la Chiesa chiamava un tempo Hebdomada Major (Settimana Maggiore).
Risentono ovviamente del clima e del momento particolare in cui sono state scritte. Non c'è però nessun tono da predicatore né tanto meno da moralizzatore, ma solo la passione di chi da sempre ricerca le ragioni della fede e, quando le scopre convincenti, prova a condividerle con altri, provando a dare realizzazione al monito dell'apostolo Pietro che ci invita a essere "pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi" (1 Pt. 3,15).
Risentono ovviamente del clima e del momento particolare in cui sono state scritte. Non c'è però nessun tono da predicatore né tanto meno da moralizzatore, ma solo la passione di chi da sempre ricerca le ragioni della fede e, quando le scopre convincenti, prova a condividerle con altri, provando a dare realizzazione al monito dell'apostolo Pietro che ci invita a essere "pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi" (1 Pt. 3,15).
lunedì di Pasqua (13 aprile 2020)
lunedì di Pasqua (13 aprile 2020)